Analisi del costo del denaro nelle imprese del vino

Analisi del costo del denaro nelle imprese del vino
Da 125 milioni di oneri finanziari del 2022 a 230 nel 2023, agli oltre 305 previsti per l’anno in corso: questi i numeri della bolletta “salata” pagata dal vino italiano alle politiche della Lagarde. Dall’analisi realizzata dal nostro Centro Studi Management DiVino, emerge un incremento importante del costo del denaro dal ’22 al ’23 (+82,86%) che porta l’incidenza degli oneri finanziari sui ricavi nelle aziende del vino dallo 0,92% all’1,68%, con proiezione di ulteriore crescita, per quest’anno, fino al 2,24%. Quali sono stati gli effetti della politica monetaria europea sul nostro sistema economico, le risposte dell’Abi e le prospettive per il 2024.

È vero che l’inflazione sta scendendo: ma grazie a che cosa? E a quale prezzo?

A valle della nostra analisi abbiamo formulato alcune strategie per affrontare al meglio questo periodo.

 
Cosa fare?
In questo contesto di attuale – e forse perdurante - politica monetaria restrittiva le aziende devono affinare le loro strategie e modificare alcuni atteggiamenti operativi.
  • I piani di investimento dovrebbero essere trainati dai vantaggi competitivi a essi direttamente collegati, i soli a creare le condizioni necessarie alla loro copertura finanziaria. Altri investimenti che rispondessero ad altre logiche e/o solo indirettamente correlati a vantaggi competitivi evidenti, potrebbero essere posticipati a momenti in cui il costo del denaro dovesse ridursi. Inoltre, con tassi di interesse elevati diminuisce il valore nel lungo periodo degli asset immobiliari, pertanto potrebbe diventare difficilmente sostenibile un loro alto valore nei bilanci societari.
  • Quanto ai mercati ci si deve attendere un periodo di domanda ancora debole, causata sia dall’incremento dei listini dell’ultimo anno e mezzo (cause di breve periodo), sia da fenomeni che stanno modificando il profilo del consumatore di vino a livello nazionale e internazionale. Sono quindi da privilegiare tutte le strategie che attuassero delle differenziazioni rispetto ai competitor ai quali, inevitabilmente, le imprese che volessero mantenere e/o migliorare i loro risultati saranno costrette a sottrarre il mercato. Il “prezzo” non dovrà essere l’unica arma in quanto, se efficace nell’acquisizione del cliente, risulta controproducente nel raggiungimento di obiettivi di valore nel medio-lungo periodo.
  • La gestione finanziaria delle imprese che avessero liquidità dovrebbe professionalizzarsi. Se in periodi con bassi tassi di interesse (abbiamo visto anche tassi negativi...) le opportunità di remunerazione dei depositi di liquidità presenti in azienda sono molto limitate, tali da non far percorrere strade nuove e spesso poco conosciute, oggi con tassi elevati le imprese dovrebbero non solo salvaguardare il potere di acquisto delle loro riserve finanziarie, ma anche sviluppare nuove e più professionali attività di gestione finanziaria che possano assicurare rendimenti interessanti.

Leggi l'intero articolo pubblicato su Corriere Vinicolo  del 1/3/24